domenica 1 dicembre 2013

Incontro tra il Movimento Sem Terra, Genuino Clandestino e Fabbrica Occupata Officine Zero



ROMA 7 DICEMBRE 2013 - Incontro tra il Movimento Sem Terra, Genuino Clandestino e Fabbrica Occupata Officine Zero.

Resistenze Contadine, Autogoverno del Territorio, Autogestione della Produzione.

Uno spazio di discussione, approfondimento, ricerca e inchiesta comune che mette in relazione movimenti sociali, lavoratori della terra e lavoratori delle fabbriche a livello transnazionale, per costruire alternative al neoliberismo nel pieno della crisi globale, per sperimentare percorsi di riappropriazione delle Terre o delle Officine e per costruire nuove relazioni, con la condivisione di alcune parole d’ordine “Zero padroni, Zero sfruttamento, Zero inquinamento”.
Parlare di riconversione economica ed ecologica; tener conto di indici che misurino il grado di compatibilità sociale ed ambientale dei processi di transizione in ogni loro fase. Al centro di questa sfida sta il lavoro, ed i processi di organizzazione del lavoro, per restituire protagonismo ai percorsi di autogoverno, autogestione e recupero della dimensione occupazionale, per valorizzare forme di cooperativismo che oggi esistono e che possono e devono coniugarsi con l’aspetto ambientale.
Il processo di accaparramento di terre da parte di imprese multinazionali, governi stranieri, nuovi attori finanziari pubblici e privati ha subìto una forte accelerazione a causa della convergenza tra crisi finanziaria, alimentare, energetica e climatica, portando alla trasformazione della terra, tradizionalmente non un tipico bene d'investimento, in una risorsa fondamentale su cui prendere il controllo il più velocemente possibile.
Le economie locali vengono compromesse con loro il tessuto socio-culturale e la stessa identità di un territorio.
Le comunità locali compresi i lavoratori vengono privati dei loro mezzi di sostentamento, oltre che della sovranità sui propri territori e quindi del diritto di gestire autonomamente le risorse da cui dipendono. In Italia questo processo, già in atto da tempo attraverso la concentrazione della terra in grandi proprietà, attraverso le speculazioni edilizie e la cementificazione selvaggia, la realizzazione di infrastrutture e grandi opere di dubbia utilità, ha subìto una ulteriore accelerazione con l'art.66 del decreto Salva Italia che prevede, tra le altre cose, la vendita dei terreni agricoli demaniali, che prima venivano concessi in uso ai contadini e oggi rischiano di essere svenduti ai privati.
L’Incontro tra il Movimento Sem Terra, Genuino Clandestino e Fabbrica Occupata Officine Zero ha l’obiettivo di far emergere una risorsa: la consapevolezza ormai consolidata che esistono alternative concrete alla recessione e alle diseguaglianze all’ennesimo tentativo di imporre le logiche del mercato e del profitto sulla gestione collettiva dei beni comuni, contro lo sfruttamento, la devastazione ed il saccheggio di tutte le terre, private o demaniali che siano, in difesa delle comunità locali, e dei lavoratori.
Partire dalle autogestioni, dalle occupazioni, dalla riappropriazione di saperi e produzioni, rovesciare le politiche di austerità e ridare voce alle ragioni dell’uguaglianza per uscire dalla crisi e rifondare il progetto democratico a livello nazionale e continentale, rilanciare l’economia, creare nuovo lavoro, assicurare diritti e solidarietà sociale. Percorsi di movimento per la transizione e la riconversione verso un’economia ecologica e solidale.
Vogliamo un’economia nuova che crei ricchezza sociale per i territori e per le comunità che li abitano. Recuperare luoghi e spazi mettendo in discussione, laddove necessario, l’imperativo categorico del rispetto della proprietà privata. Luoghi dove affrontare la crisi per superarla collettivamente, luoghi liberi dalle logiche di mercato e dalla mercificazione, permettendo l’autodeterminazione locale delle produzioni e al contempo rafforzare le economie locali, fatte di relazioni e percorsi condivisi tra i produttori e co-produttori (cittadini) al cui centro vi sono la tutela dell'ambiente e l’equità sociale; alla costruzione di un'alleanza fra movimenti urbani, movimenti rurali e singoli cittadini, che sappia riconnettere città e campagna e sostenere le comunità locali in lotta contro la distruzione del loro ambiente di vita.

*Ore 19: Presentazione del Progetto OZ – Fabbrica Occupata Officine Zero

*Ore 19.30: Joao Stedile del Movimento SEM TERRA (MST Brasile) Incontra Genuino Clandestino

*Ore 20.30: Cena con Delizie di Zucca e Sbraciolata “La STAGIONALITA’ degli Alimenti è L’OPZIONE”;

*Ore 22.30: SCIMMIE DI FUOCO (World Music) – a seguire TRESH LIFE STYLE a cura di B.I.C. “Buttamola in Caciara”

INIZIATIVA A SOSTEGNO DEL 25 APRILE 2014 A CASAL BERTONE.

INGRESSO LIBERO.

STRIKE S.P.A. Via Umberto Partini, 21, Casal Bertone

martedì 22 ottobre 2013

Genuino Clandestino a Firenze - 1 2 3 Novembre - Incontro Nazionale

 
 
 
 
 
 
Firenze, 31 ottobre- 3 novembre
 Nell’autunno 2009 la rivendicazione del diritto dei contadini ad autoprodurre trasformati dalle proprie materie prime porta alla campagna per i prodotti “genuini clandestini”. Questo tema suscita grande interesse e nasce la rete nazionale GENUINO CLANDESTINO per consentire il confronto tra le realtà di produttori e co-produttori che praticano l’agricoltura contadina e organizzano mercati autogestiti.
Ora questa campagna si è trasformata in una rete dalle maglie mobili di singoli e di comunità in divenire dove decine di coltivatori, allevatori, pastori,  artigiani si sono uniti per resistere alle logiche economiche e alle regole dell’agroindustria.  Oltre alle sue iniziali rivendicazioni, Genuino Clandestino propone alternative concrete al sistema capitalista vigente attraverso nuove forme di resistenza che si battono per il riconoscimento dell’agricoltura contadina insieme alle implicazioni in materia di alimentazione, sviluppo economico, sfruttamento del lavoro, salvaguardia dell’ambiente, accesso alla terra e all’acqua.
L’incontro nazionale di Genuino Clandestino di Firenze sarà incentrato sulle tematiche di Terra bene comune e quindi sull’opposizione alla vendita dei terreni pubblici e il recupero di questi attraverso un’agricoltura contadina di piccola scala , biologica e organica, fortemente relazionata con le comunità locali.
L’incontro si aprirà con un presidio in un luogo simbolo (e non solo…) dell’area fiorentina: l’azienda agricola di Mondeggi-Lappeggi, attualmente di proprietà della Provincia di Firenze che ha intenzione di venderla al miglior offerente. Situata su un colle a pochi Km da Firenze, è un azienda di più di 100 ettari, per lo più a uliveti e viti e versa oggi in stato di semi-abbandono, case coloniche comprese.
In questo luogo, tra l’altro bellissimo, vorremmo portare la manifestazione nazionale di Terra Bene Comune, a testimoniare che le terre pubbliche, ovvero del popolo sovrano, a questo devono restare!
 

I LUOGHI

Azienda Agricola Mondeggi-Lappeggi e Casa del Popolo di Grassina (comune di Bagno a Ripoli)
CSA nEXt Emerson, Via di Bellagio 15, Firenze (zona Castello)
Piazza SS Annunziata, Firenze (centro)
vedi mappa

INFO e LOGISTICA

http://genuinoclandestino.noblogs.org/
PROGRAMMA
GIOVEDI’  31 ottobre
Dalle 18,00, presso CSA nEXt Emerson
ACCOGLIENZA, per chi arriva da lontano e ha il tempo per prendersela con calma
Cena condivisa e chiacchiere
VENERDI’ 1 novembre
Ore 10,00, presso Azienda agricola di Mondeggi-Lappeggi
MONDEGGI BENE COMUNE: MANIFESTAZIONE IN CAMPO
Visita all’Azienda, semina dimostrativa di grano,
Ore 13,00 pranzo condiviso al sacco, ovvero: si mangia e si beve quello che ci siamo portati.
Dopo pranzo presentazione del Manifesto di Genuino Clandestino
Ore 16,00, presso Casa del popolo di Grassina
ASSEMBLEA TERRA BENE COMUNE FIRENZE: No alla vendita dei terreni pubblici
Proposte per l’utilizzo sociale e condiviso dell’azienda di Mondeggi-Lappeggi della Provincia di Firenze
Ore 20,30, presso CSA nEXt Emerson
CENA SOCIALE a prezzo politico
a seguire
Spettacolo teatrale LA VARIANTE DI VALICO di Wolf Bukowski (http://lavariantedivalico.blogspot.it/2013/01/presentazione.html)
SABATO 2 novembre
presso CSA nEXt Emerson
10,00 – 11,00
Cassa Depositi e Prestiti e terre agricole demaniali, un contributo di Antonio Tricarico di Re:Common
11,00 – 13,30
ASSEMBLEA APERTA SULLA CAMPAGNA TERRA BENE COMUNE
Manifesto per una campagna nazionale Terra Bene Comune
Quali pratiche e proposte vengono dai territori? Come comunicare la campagna? Condivisione delle proposte di azione.
13,30 – 14,30  Pranzo Sociale a prezzo politico
14.30 – 17,30 TAVOLI TEMATICI
1) Semi: scambio, saperi, legislazione europea
2) Il punto su garanzia partecipata e organizzazione dei mercati contadini
3) Abitare sulla terra: il diritto contadino all’autocostruzione dell’abitazione rurale e delle strutture funzionali al lavoro
4) Quale è il giusto prezzo dei prodotti agricoli contadini ?
5) La ridistribuzione dei terreni pubblici come risposta all’emergenza sociale e alla disoccupazione.
6)  La piattaforma dei beni comuni (vari comitati di difesa del territorio e dei beni comuni)  da Common Properties il secondo incontro nazionale PROPRIETA’ e TERRITORI.
Ore 18,00 ASSEMBLEA PLENARIA Genuino Clandestino
ore 20,30 – SI RI-MANGIA! Cena Sociale a prezzo politico
A seguire spettacolo teatrale IL FANTOCCIO MECCANICO del Teatro Contadino Libertario .
E poi Musiche e Canti Popolari
Nella saletta proiezioni: docu CHI DA? IL CIBO DA? LE REGOLE

DOMENICA 3 novembre

Ore 8,30 – 18,00 Presso Piazza SS. Annunziata a Firenze
Mercato CONTADINO con La Fierucola delle Lane
A sera, per chi vuole restare, accoglienza al CSA nEXt Emerson
 

giovedì 17 ottobre 2013

Giornata Mondiale dell’alimentazione: Proteste contro i brevetti su piante e animali a Monaco

Comunicato Stampa

L’Ufficio Europeo Brevetti “zona franca” per la democrazia

Giornata Mondiale dell’alimentazione: Proteste contro i brevetti su piante e animali a Monaco

Monaco di Baviera 16 ottobre 2013. Associazioni contadine e della società civile protesteranno insieme contro i brevetti su piante e animali in parallelo all’incontro del Consiglio d’Amministrazione dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo), la più alta istituzione di controllo in materia di proprietà intellettuale. Gli attivisti stanno installando barriere all’ingresso del palazzo dell’Epo di Monaco dove oggi avrà luogo l’incontro. L’allarme che lanciano gli attivisti è che l’Epo sia una “zona franca” per la democrazia. Nel corso di quest’anno infatti, l’Epo ha ignorato le richieste di istituzioni elettive, come il Parlamento Europeo, concedendo brevetti sulla riproduzione di piante e animali prodotti mediante riproduzione convenzionale. Sono stati accordati, per esempio, brevetti all’azienda Syngenta su piante di pepe (EP 1597965) e alla Monsanto su piante di broccoli (EP 1597965). Alla fine di agosto, sempre alla Monsanto, è stato accordato un b revetto sui pomodori sia geneticamente modificati che non modificati (EP 1812575). Solo ultimamente, a seguito di forti proteste, il presidente di Epo ha deciso di sospendere ulteriori concessioni, ma la decisione è solo temporanea, in attesa di nuove decisioni per ora in sospeso su ulteriori brevetti su broccoli e pomodori.

Il consiglio d’Amministrazione riunisce i rappresentanti dei 38 paesi membri dell’Epo (i 27 europei più San Marino, Albania, Estonia,Lettonia, Lituania, Islanda, Croazia, Macedonia, Turchia). Il Consiglio sarebbe in grado di cambiare le regole d’attuazione dell’Epo in qualsiasi momento, mettendo uno stop definitivo ai brevetti su piante e animali. Per questo motivo, la coalizione internazionale No Patents on Seeds! ha contattato i membri del Consiglio alcune settimane fa con una lettera via email, senza per il momento ottenere alcuna risposta.

“E’ un grande successo per il nostro movimento che siano state per ora sospese le concessioni di ulteriori brevetti su piante e animali riprodotti convenzionalmente. Ma dobbiamo arrivare a un divieto permanente ed esaustivo,” ha dichiarato Christoph Then della coalizione No Patents on Seeds! “Oggi è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e sarebbe un giorno ideale per un cambiamento legalmente vincolante della politica dell’Epo.

Pochi giorni prima dell’incontro, alcuni membri del Parlamento europeo, appartenenti al Partito Popolare Europeo (PPE), al gruppo dell’Alleanza Social-democratica (S&D) e ai Verdi hanno inviato una lettera al Consiglio d’Amministrazione esortando il Consiglio ad approvare la risoluzione del Parlamento Europeo datata maggio 2012 in cui si “richiama l’Epo ad escludere dai brevetti i prodotti derivati dalla riproduzione convenzionale o da qualsiasi metodo convenzionale di riproduzione, inclusa la riproduzione SMART (riproduzione di precisione) e sul materiale riproduttivo utilizzato per la riproduzione convenzionale.“ Nel 1999 l’Ufficio Europeo Brevetti ha adottato una Direttiva Europea (98/44 EC) ma applicando una propria interpretazione, diversa da quella intesa dal Parlamento Europeo. L’adozione di una risoluzione per la corretta applicazione di questa direttiva è una delle richieste più pressanti delle organizzazioni che protestano oggi. Dal mese di A prile 2013, 2 milioni di persone hanno firmato una petizione in questo senso. Inoltre, l’opposizione al brevetto della Monsanto sui “broccoli tronchi” ha raggiunto 30.000 firme. Anche il Parlamento tedesco si è espresso contro la brevettabilità di piante e animali derivanti da riproduzione convenzionale nel luglio 2013.

Le organizzazioni che si riconoscono nella coalizione No Patents on Seeds! sono estremamente preoccupate che i brevetti favoriscano un’ulteriore concentrazione del mercato, rendendo i coltivatori e altri lavoratori della catena alimentare sempre più dipendenti da poche grandi aziende internazionali con il risultato, tra altri, di poter offrire una sempre minore scelta ai consumatori.

La coalizione No Patents on Seeds! è organizzata da Bionext (Olanda), Dichiarazione di Berna (Svizzera), GeneWatch (UK), Greenpeace (Germania), Misereor (Germania), Development Fund (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) and Swissaid (Svizzera). Queste organizzazioni chiedono una revisione della Legge Europea dei Brevetti che escluda il materiale riproduttivo, le piante, gli animali e i cibi da esso derivati dalla brevettabilità. La coalizione ha il supporto di varie centinaia di altre organizzazioni (www.no-patents-on-seeds.org).



Contact:

Christoph Then, No Patents on Seeds: info@no-patents-on-seeds, Tel: 0151 54638040

Risoluzione del Parlamento Europeo:
www.europarl.europa.eu/sides/getDoc ... C+XML+V0//EN

La lettera recente dai Membri del Parlamento Europeo
www.no-patents-on-seeds.org/en/info ... ers-ac-epo

Una relazione di riferimento sull’argomento da parte di “No Patents on Seeds!”: www.no-patents-on-seeds.org/en/info ... nd-animals

martedì 15 ottobre 2013

Linee guida per una Legge quadro per il riconoscimento per le agricolture contadine

Video dibattito alla sala stampa della Camera dei deputati- 10 ottobre-”La campagna popolare per l’agricoltura contadina presenta ai Gruppi Parlamentari le proprie linee guida per una legge quadro sulle agricolture contadine”

Linee Guida per una Legge quadro per le Agricolture Contadine


RICONOSCERE IL RUOLO DEI PICCOLI PRODUTTORI PER ELIMINARE LA FAME NEL
MONDO Roma, 10 ott. – (Adnkronos) – Nel corso dell’incontro tra il
direttore generale della Fao Jose’ Graziano da Silva e La Via
Campesina, a Roma, e’ stato sottoscritto un accordo di cooperazione
che riconosce il ruolo essenziale dei piccoli produttori di cibo per
eliminare la fame nel mondo. La cooperazione si concentrera’ su
diversi assi di lavoro: promozione di modelli di produzione
agro-ecologica, garanzia dell’accesso alla terra e all’acqua per i
piccoli produttori di cibo, difesa dei diritti dei contadini per
garantire un libero accesso alle sementi. Una particolare enfasi
verra’ data al ruolo chiave che giovani e donne hanno, oggi, nella
produzione di alimenti. “Questo e’ un passo in avanti significativo e
un giusto riconoscimento alle nostre rivendicazioni nei confronti
delle Istituzioni ed i Governi delle Nazioni Unite per generare un
cambiamento delle politiche e l’affermazione della sovranita’
alimentare – dichiara Elizabeth Mpofu, segretario generale de La Via
Campesina in Zimbabwe – Ci aspettiamo che questa collaborazione sia di
ulteriore supporto ai nostri contadini che lavorano nei loro campi per
sfamare la maggioranza della popolazione mondiale”. Durante
l’incontro, La Via Campesina ha manifestato preoccupazione per la
divulgazione degli Ogm e per la crescente tendenza dei fenomeni di
land grabbing che hanno allontanato molti contadini dalle loro terre.
“I giovani agricoltori sono le prime vittime del land grabbing e il
mercato promuove ormai modelli di produzione dettati dalle
multinazionali – commenta Rodolfo Greco, rappresentante dell’Argentina
– E’ necessario mantenere la presenza dei giovani nelle campagne,
rifiutando il futuro poco dignitoso che si prospetta per loro nei
grandi centri urbani che sempre piu’ stanno sorgendo “. Per Chukki
Najundaswamy, rappresentante dell’India, “i semi devono rimanere nelle
comunita’ rurali, non possiamo permetterci di perderne il controllo a
vantaggio di imprese transnazionali capaci di sfruttare questo
patrimonio, dobbiamo continuare la nostra lotta per raggiungere la
sovranita’ alimentare”. (Mst/Col/Adnkronos) 10-OTT-13 15:47 NNNN

sabato 21 settembre 2013

Carta di Arcevia

Con il titolo  "Un modello di agricoltura per una nuova società", la Carta di Arcevia è stata approvata durante l'incontro del mondo agricolo e sociale con Vandana Shiva, con la partecipazione delle due principali organizzazioni sindacali agricole italiane (Coldiretti e CIA) -tramite la loro componente del biologico- e delle due principali associazioni del biologico italiano (AIAB e UPBIO) e di varie altre associazioni, aziende e persone che sono state presenti.
 
Un modello di agricoltura per una nuova società.


 
1. Ha una mentalità profondamente ecologica, biologica e sociale, improntata ai valori del Bene comune e dell'armonia dell'uomo con l'ecosistema. Vuole che l’attività agricola rispetti la vita della terra, dell’acqua, dell’aria e di tutte le specie viventi e la salute e prosperità dell'uomo. Vede un futuro di benvivere per l'umanità solo nelle pratiche produttive agricole autenticamente ecologiche e non in quelle che comportano concimazione chimica, diserbanti e pesticidi.
2. Si riconosce in una visione etica che promuove e valorizza la conservazione e la protezione dell'ambiente e degli esseri naturali, i diritti di tutti gli esseri umani e uno sviluppo equo e pacifico fra i popoli, in una consapevolezza di interdipendenza di tutti gli esseri e in una prospettiva di rispetto degli individui e delle comunità umane e di valorizzazione delle diversità e delle bellezze naturali.
3. Ama la biodiversità vegetale e animale, la ricchezza delle specie e delle forme di vita, da quelle grandi a quelle microbiche, viste tutte come basi indispensabili per la ricchezza e l'armonia di vita sulla terra. Rispetta le riserve naturali per la tutela e lo sviluppo della biodiversità e i grandi ecosistemi del pianeta e non vuole che siano distrutti a fini di profitto da attività agricole o industriali irrispettose e speculative.
4. E’ per la libera riproduzione, conservazione, scambio e vendita di semi fra i produttori agricoli e nettamente contro i monopoli sulle sementi. La libertà degli agricoltori sui semi è un loro diritto millenario inalienabile, da sostenere con una apposita legge. Il miglioramento varietale è compito prioritariamente degli agricoltori, delle Università agrarie e degli Istituti e centri di ricerca, pubblici e privati.
5. Sostiene che il buon uso del territorio, il rispetto, la protezione e l'incremento della sua biodiversità e della sua bellezza e armonia, sono una base essenziale per il benvivere di tutti. Desidera il ripopolamento umano dei territori rurali. Assegna un ruolo importante alle zone montane, per la tutela del territorio, del paesaggio e dell'ambiente, per la regimazione delle acque, per la silvicoltura e la tutela boschiva, per l'agricoltura di qualità delle alte quote e per il turismo verde e ritiene che queste funzioni vadano maggiormente sostenute con una apposita legge.
6. Vede nell'agricoltura biologica ben condotta il settore produttivo primario che può dare una maggiore qualificazione alle attività turistiche, enogastonomiche, culturali, formative, assistenziali, salutistiche, di artigianato artistico e di bioedilizia, oltre che essere basilare per la tutela del paesaggio, dell'ambiente e della biodiversità e indispensabile per la produzione di cibo sano.
7. E’ per un sistema economico e agricolo che garantisca cibo sano, acqua pulita e beni basilari per tutti gli esseri umani, in tutto il mondo, nel rispetto delle diversità di culture e stili di vita. E' per una nuova organizzazione, più equa, della società e dell'economia, che comporti benessere e benvivere per tutti. E' contro l'attuale concentrazione di denaro e potere in poche mani. Vede l’umanità come una grande famiglia e una grande comunità in cui tutti gli individui possano trovare il loro posto in armonia con gli altri.
8. Per le attività di allevamento desidera che venga data la massima attenzione al benessere degli animali.
9. Vede il lavoro agricolo come una attività basilare per la società, di alta dignità e comprensiva del compito della cura del territorio, insieme a quello della produzione del buon cibo. Ritiene che l'agricoltore, tramite le sue organizzazioni, debba essere il punto centrale di riferimento per le decisioni delle amministrazioni pubbliche locali che riguardano la gestione del territorio rurale. Constata che l'accesso alle terre per le nuove generazioni è proibitivo, dato l'alto costo dei terreni agricoli, e auspica maggiori facilitazioni di legge per l'accesso alla attività agricola, sia da acquisto che da affitto, in attività autonoma o cooperativa. Vede nel lavoro agricolo salariato, fisso e saltuario, l'altro aspetto dell'attività primaria al quale dare maggiore dignità, specialmente nei riguardi dei lavoratori migranti.
10. Vede nell'attività agricola ecologica ben condotta un valore sociale, formativo e terapeutico. E' consapevole che alcune esperienze aziendali agricole possono diventare centri di nuova socialità, luoghi di inclusione, riabilitazione e costruzione di spirito comunitario e chiede un maggiore sostegno legislativo e finanziario alle cosiddette attività di “agricoltura sociale”.
11. E’ per un aumento della democrazia negli organismi che controllano le decisioni che riguardano l’agricoltura e per un affermarsi di metodi decisionali basati sulla sussidiarietà dal basso verso l’alto, a partire dai territori locali. E’ per le facilitazioni burocratiche verso le produzioni agricole, in particolare quelle piccole. E' per una maggiore facilitazione di accesso alla pratica del biologico, tramite una apposita legge nazionale o leggi regionali.
12. Assegna grande importanza alla formazione dei bambini nelle attività agricole manuali basilari e nella coltivazione, con metodi ecologici, delle piante da cui deriva il cibo. Auspica pertanto una promozione pubblica degli Orti scolastici e delle Fattorie didattiche e una maggiore attenzione della didattica scolastica alle attività produttive di cibo, anche con l'assegnazione delle necessarie risorse finanziarie.
13. Rispetta le conoscenze ecologiche e produttive delle culture contadine di tutti i popoli e ne auspica la protezione e l'integrazione nelle moderne pratiche agricole, più meccanizzate. Per le agricolture del Sud del mondo pone attenzione a quelle di sussistenza, a cui quelle industrializzate, per fornire prodotti al Nord del mondo, tolgono spazio, provocando situazioni di malnutrizione, oltre che inquinamento di beni primari (acqua, suolo, aria) e perdita di saperi tradizionali.
14. Ama le produzioni locali, ecologicamente più sostenibili. Ama il concetto e la pratica della “sovranità alimentare” dei territori e delle popolazioni, anche se, nello stesso tempo, gradisce il commercio libero per le eccellenze e specialità dei vari territori e popoli. E' per lo sviluppo e la tutela dei sistemi alimentari locali, sia nelle aree del Nord che del Sud del mondo, contro la loro distruzione. E' favorevole a reti di solidarietà fra produttori, consumatori e distributori locali.
15. Vede i terreni agricoli come un bene comune, appartenente ai popoli del territorio, che non può essere venduto ad organizzazioni multinazionali (o organizzazioni nazionali ad esse legate) a scopo di profitto. E' contro il “land grabbing” o furto delle terre. Considera anche l'acqua e le sementi come bene comune. Ritiene che le terre pubbliche non vadano vendute, ma assegnate in uso a cooperative di giovani che desiderino dedicarsi all'attività agricola.
16. E’ per l'obbligo di istallazione dei pannelli solari sopra le nuove costruzioni industriali e commerciali e contro la loro installazione sopra i terreni agricoli destinabili a produzione di cibo. E' per la protezione del suolo agricolo dagli eccessi della cementificazione e delle infrastrutture.
17. E’ a favore delle energie rinnovabili e per un modello di produzioni energetiche distribuite sui territori. E' contro gli agrocarburanti e le centrali a biomasse, quando queste produzioni energetiche siano basate sullo sfruttamento delle risorse naturali non riproducibili o sull’uso di territori destinabili alle produzioni alimentari o sulla distruzione delle foreste, come avviene nella maggior parte dei casi. E' contro una grande produzione cerealicola destinata all'allevamento del bestiame per i paesi ricchi, quando questo comporti scarsità di cibo per la popolazione mondiale, come sta avvenendo.
18. Invita il movimento degli agricoltori a prepararsi in tempo al momento in cui le riserve di petrolio saranno prossime all'esaurimento e la sua estrazione sarà diventata troppo costosa, da una parte cercando collaborazione con il mondo imprenditoriale, scientifico e universitario per creare valide alternative tecniche e dall'altra approfondendosi in alternative colturali a basso uso di energia.
19. Per garantire la biodiversità e il prosieguo della vita sul nostro pianeta, invita le istituzioni a proteggere e a preservare la dignità del seme”. Non deve essere permesso che particolari biotecnologie alterino il dinamismo evolutivo della Natura, ma semmai buone biotecnologie dovrebbero favorirlo, in sintonia con quella saggezza contadina plurimillenaria che ci ha consentito di avere a disposizione prodotti nella piena espressione delle potenzialità genetiche dei semi e ha fornito ad ogni seme la possibilità di dar vita al suo progetto genetico regalandoci così prodotti che non solo ci consentono di nutrirci, ma anche di godere di tutte le proprietà organolettiche contenute in potenza nella loro memoria genetica.
20. In totale sintonia con il principio della inviolabilità della memoria genetica di tutti gli organismi viventi, tutelata e garantita dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, vuole che il patrimonio genetico sia migliorato soltanto con metodi che imitano quelli saggi della natura e pertanto è totalmente contro la manipolazione del patrimonio genetico naturale delle specie viventi, che costituisce la base della vita sana sulla terra, e si impegna per una moratoria mondiale a tempo indeterminato rispetto alla produzione di OGM. Vede in essi anche un attacco al bene inestimabile della biodiversità. Ritiene le sementi OGM inutili e dannose, sostenute da una gigantesca campagna fatta di menzogne, per cercare di colonizzare le menti, insieme all'economia e all'agricoltura. Per l’Italia si impegna, oltre che per la proibizione perenne delle produzioni, anche per raggiungere quanto prima la cessazione delle importazioni degli alimenti OGM a fini mangimistici e ad ogni altro fine che non sia la ricerca pura e confinata in laboratorio. Chiede lo stesso impegno ai politici e alle imprese produttrici dei mangimi. E’ per la diffusione libera delle conoscenze, contro ogni brevetto sulle forme di vita.
21. Ritiene concretamente irrealizzabile il principio della coesistenza fra colture OGM e non OGM in quanto le prime, nel tempo, si comportano di fatto come colture killer, rispetto a quelle convenzionali o biologiche, per le mille vie possibili di inquinamento di queste filiere e ledono così il principio di libertà, come dimostrato da svariate esperienze. Invita a considerare che le colture convenzionali non danneggiano le colture OGM, mentre le colture OGM sono killer di quelle convenzionali, e che in questo sta una gigantesca differenza e si rivela la natura violenta e fraudolenta degli OGM. Inoltre essi inquinano irreversibilmente la microvita dei terreni con materiale geneticamente modificato, che, attraverso il trasferimento genico orizzontale, penetra in tutte le forme di vita, uomo compreso. Ritiene che, di fronte alla impossibilità della coesistenza, il diritto all'esistenza spetti alle millenarie coltivazioni convenzionali non geneticamente modificate e non a quelle che modificano irreversibilmente il germoplasma tradizionale. Diffida quindi la governance europea e i governi nazionali dal cercare di percorrere le vie della coesistenza e li invita a legiferare per una definitiva uscita dagli OGM, affermando il principio di precauzione verso la salute delle attuali e future generazioni. Invita il governo italiano a superare l'attuale decreto interministeriale, fondato sul fasullo principio di coesistenza, con una procedura rapida che determini una definitiva uscita dagli OGM invocando l'art 32 della costituzione (la repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività), in quanto il tema della salute non è stato delegato all'unione Europea. Invita i governanti italiani a riconoscere che la Commissione UE e la Corte di giustizia UE hanno creato una elaborata gabbia legislativa favorevole agli OGM dalla quale si esce solo con un atto di volontà e dignità politica, allontanandosi da atteggiamenti di sottomissione, come hanno fatto altri stati. Nel caso che il Governo e il Parlamento non intervengano nei tempi dovuti, per non mettere il paese di nuovo di fronte ad un vuoto legislativo, invita tutte le Regioni ad approvare intanto delle norme di coesistenza totalmente stringenti, che non consentano di fatto alcuna coltivazione di OGM.
22. Tenuto conto che per il regolamento europeo n.834/2007 “Gli OGM e i prodotti derivati od ottenuti da OGM sono incompatibili con il concetto di produzione biologica e con la percezione che i consumatori hanno dei prodotti biologici" e che "Gli OGM e i prodotti derivati o ottenuti da OGM non vanno usati come alimenti, mangimi, ausiliari di fabbricazione, prodotti fitosanitari, concimi, ammendanti, sementi, materiale di moltiplicazione vegetativa, microrganismi e animali in produzione biologica", in attesa che sia raggiunta la moratoria definitiva mondiale, richiede al Parlamento Europeo l'eliminazione della norma che consente, per i prodotti biologici, la tolleranza alla presenza di prodotto OGM fino allo 0,9%, anche se limitatamente alle “contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili”. Considera un prodotto quale “biologico” solo in assenza di OGM. Chiede che contemporaneamente alla soppressione di questa norma si preveda per legge l'individuazione della fonte e causa di inquinamento e la punizione dei responsabili al pagamento di tutti i danni arrecati.
23. Invita i consumatori e i produttori a boicottare l’acquisto di alimenti derivanti dallo sfruttamento dei popoli più deboli, da parte di multinazionali dominate dalla grande finanza speculativa, che cerca bassi prezzi del lavoro, minori limiti all’inquinamento del territorio, minori intralci, tasse e contestazioni. Reputa che i sistemi alimentari debbano essere deputati a garantire cibo di alta qualità, nel rispetto dell'ambiente e dell'equità sociale e non essere, invece, assoggettati ai grandi accentramenti monopolistici e alle istituzioni finanziarie speculative, come sta avvenendo attualmente. Invita invece a forme di commercio equo per i beni che rientrano in un commercio virtuoso, mentre chiede che sia boicottata l’importazione di beni che la popolazione locale potrebbe prodursi da sola senza difficoltà. E' per un controllo e una trasparenza maggiori riguardo alle importazioni, non solo rispetto alla qualità, ma anche alla eticità degli scambi.
24. E' per una politica pubblica nazionale, europea (PSR) e mondiale che dia maggiore sostegno all'agricoltura autenticamente ecologica, negli aspetti di produzione, ricerca, formazione e informazione, in quanto tale agricoltura è portatrice di notevoli vantaggi sociali, relativi alla salute dell'uomo e dell'ambiente, non presentando i costi occulti di malattie, perdita di fertilità dei terreni, inquinamento della terra, dell'acqua e del cibo e smottamenti dei terreni. Dati gli alti costi ambientali e sociali complessivi, per le attuali e future generazioni, legati alla conduzione chimica dell'agricoltura e non computati nel costo dei prodotti, chiede che le risorse pubbliche agroambientali siano di notevole entità e che siano destinate unicamente alle produzioni realmente ecologiche, in modo da favorire una conversione graduale ma generalizzata verso di esse. Per "produzioni ecologiche" in questo caso vanno intese prioritariamente quelle biologiche e in via secondaria solo quelle produzioni che siano sottoposte a disciplinari seri e siano controllate come quelle delle aziende biologiche. In tali disciplinari deve essere previsto obbligatoriamente l'utilizzo dei mezzi tecnici usati nell'agricoltura biologica di efficacia scientificamente comprovata.
 
 

martedì 3 settembre 2013

COMMON PROPERTIES - Pisa 20 21 22 settembre

COMMON | PROPERTIES

 

Lavoro Diritti Territori

(Programma in divenire)
Venerdì 20 settembre
dalle 8.30 - Presidio in Piazza della Repubblica 
Presidio davanti al Tribunale di Pisa “Il nostro tempo, la nostra strada”

dalle 15:00 - All’Ex-Colorificio Liberato, via Montelungo 70

Attività permanenti: spazio libreria, mediacenter, aggeggificio-spazio bambini, CiboliberoKC, mostre fotografiche, proiezioni, ciclofficina, parete d'arrampicata indoro,  e molto altro ancora..

alle ore 17:30

"Terra bene comune: pratiche dal basso per economie alternative"
Intervengono:
 
  • - Francuccio Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo,
  • - Nino Quaranta, SOS Rosarno
  • - un esponente di Campi Aperti,
  • - Armando De Mattheis, Laboratorio Terre Resistenti
 


dalle ore 22:00  
Dancing in the MOONlight

Sabato 21 settembre

dalle ore 9:00
Mercato produttori biologici e artigiani locali.
dalle ore 10:00
Tavoli di lavoro
Proprietà e conflitto - stanza "Oceano delle tempeste".
(Se vuoi contribuire alla costruzione del tavolo scrivi a:  proprietaconflitto@gmail.com)
Proprietà e saperi  - stanza "Mare della tranquillità".
(Se vuoi contribuire alla costruzione del tavolo scrivi a:
proprietasaperi@gmail.com)
Proprietà e territorio- stanza "Baia della rugiada" .
(Se vuoi contribuire alla costruzione del tavolo scrivi a: 
proprietaterritorio@gmail.com)
Proprietà e produzione -  stanza "Lago dei sogni" 
(Se vuoi contribuire alla costruzione del tavolo scrivi a: 
proprietaproduzione@gmail.com)

Proprietà e finanza -  stanza "Mare delle crisi"
(Se vuoi contribuire alla costruzione del tavolo scrivi a: 
proprietafinanza@gmail.com)

alle ore 17:30
"Oltre la proprietà: nuove forme di produzione in comune."

Intervengono:
  • Guido Viale, economista
    Massimo De Angelis, Professore - Politica Economica, University of East London
    Joana Conill, Ricercatrice - Economia Alternativa, Universitat Oberta de Catalunya
    Tonino Perna, Professore - Sociologia Economica presso l'Università degli studi di Messina.
alle ore 21:30 
Tavola rotonda internazionale: "Fabricas sin patrones"
Argentina, Grecia e  Turchia: pratiche di riappropriazione per uscire dalla crisi.
Partecipano:

  • Begun Firat- Network for the commons Mustiereklerimiz, Instambul
  • Murua Eduardo- fabbrica recuperata IMPA Argentina
  • Operaio della Vio.Me, fabbrica occupata Salonicco
 
Domenica 22 settembre
alle ore 10:00
assemblea plenaria : "E' tempo di RIVOLTA"

 
per maggiori informazioni municipiobenicomuni@gmail.com
aggiornamenti su www.rebeldia.net
evento facebook  https://www.facebook.com/events/591321834232557

lunedì 26 agosto 2013

All'asta la tenuta di Suvignano confiscata alla mafia

SIENA - Respinto il progetto presentato dalla giunta toscana e da Libera di affidare il bene all'azienda agricola regionale
All'asta la tenuta confiscata alla mafia
 
Cereali e ulivi, agriturismi e centri zootecnici: 713 ettari di Suvignano, a Monteroni d'Arbia
Al miglior offerente la tenuta della mafia. Dopo essere stata confiscata quasi venti anni fa all'immobiliarista di Cosa nostra, Vincenzo Piazza, viene messa in vendita la meravigliosa tenuta di 713 ettari di Suvignano a Monteroni d'Arbia, provincia di Siena. Seicento ettari coltivati a cereali, oliveti, cipressi, 3 centri zootecnici con 2000 ovini allevati, 350 cinte senesi, una villa, due agriturismi, fienili, riserva di caccia e persino una chiesa con la canonica. Tutto in vendita. A stabilirlo il decreto dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità. Si parte da una base di 22 milioni. Respinto il progetto presentato dalla Regione Toscana che, insieme a provincia di Siena, comune di Monteroni ed all'associazione Libera, puntava ad acquisire il bene dal demanio per poi affidarlo in gestione alla azienda agricola regionale.L'obiettivo: dare impulso ad un'agricoltura improntante alla filiera corta ed alle energie rinnovabili, ed allo stesso tempo sviluppare attività di contrasto alla criminalità attraverso la realizzazione di una "scuola di legalità" e l'accoglienza per ragazzi disagiati e donne maltrattate. Progetto presentato al ministro Cancellieri lo scorso gennaio ma che evidentemente nel tempo delle larghe intese non sembra più trovare cittadinanza.
Bisogna fare cassa a qualsiasi costo. Arrabbiatissimi regione, provincia e comune, ancora increduli davanti ad una decisione che grida vendetta. «Lo Stato si fermi», dice don Ciotti fondatore di Libera che definisce «inopportuna la proposta di mettere in vendita un bene come la tenuta di Suvignano dopo anni di lavoro insieme a enti locali e reti dell'associazionismo impegnate a restituire alla collettività quel bene non solo in termini di valore economico ma culturale e sociale». Pericolosissimo il messaggio che si lancia in un momento di grave crisi per la nostra democrazia, in un paese in cui le ingiustizie prosperano di pari passo con i privilegi di un ceto politico lontano dai problemi, in costante crescita, della maggioranza dei cittadini. Oggi più che mai vale la pena ricordare come «dobbiamo considerare la lotta alla mafia un aspetto molto importante e decisivo, non a sé stante ma nel quadro della battaglia più generale per la difesa dello stato democratico». Parole non a caso utilizzate proprio da Pio La Torre per commentare la legge omonima 646 del 1982 che introdusse per la prima volta nel codice penale il delitto di associazione a delinquere di tipo mafioso, il sequestro e la confisca dei beni alla criminalità organizzata, come strumento di affermazione e crescita della legalità e dell'impegno civile. È stato poi attraverso la proposta promossa da Libera nel 1995 e sostenuta da oltre un milione di cittadini che è stato possibile far approvare nel 1996 la legge 109 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Grazie infatti all'uso sociale dei beni immobili confiscati tantissime associazioni e cooperative hanno operato per restituire alla collettività i beni sottratti alle mafie. Per la destinazione e l'assegnazione dei beni confiscati la legislazione vigente stabilisce due opzioni: 1) rimanere nel patrimonio dello Stato per finalità di giustizia, di ordine pubblico, di protezione civile e quando idoneo per altri usi governativi; 2) essere trasferite al patrimonio indisponibile degli enti territoriali per poi essere assegnate alle organizzazioni del privato sociale.
Emerge evidente dunque l'intenzione del legislatore di mettere i soggetti locali al centro dei percorsi di recupero e di assegnazione di nuove funzioni degli immobili. Le comunità locali e le realtà del sociale come soggetti attivi non solo nella restituzione dei beni ma nell'azione di contrasto alla mafie. Il principio del riutilizzo sociale dei beni confiscati è da intendersi quindi come volano per lo sviluppo locale allo scopo di favorire nuova occupazione, inclusione sociale, miglioramento della qualità della vita e partecipazione attiva. In questo senso la decisione assunta dall'Agenzia dello Stato rappresenta un vero e proprio colpo di mano contro le finalità della legge, rendendo addirittura possibile il riacquisto da parte dei mafiosi della stessa tenuta.
Ad oggi i beni immobili confiscati in Italia secondo il censimento del 2012 sono 11.238 ma circa 4000 non ancora assegnati all'Agenzia, di cui 1500 bloccati da ipoteche bancarie, mentre altri restano inagibili e da ristrutturare. Quanto di grave sta avvenendo in queste ore dimostra come il riutilizzo dei beni confiscati non possa restare materia simbolica o testimoniale ma investa la democrazia nel suo complesso. Se il governo desse ascolto alle proposte delle realtà sociali sarebbe possibile dar vita a reti nazionali di strutture per il turismo sociale presso i beni confiscati, a progetti di housing sociale, a botteghe dei mestieri a vocazione artigianale per la formazione, a incubatori di impresa. Per farlo ci vogliono maggiore investimenti, professionalità e innovazione anche in termini culturali, per far diventare i beni confiscati vere e proprie risorse economiche e culturali.
 
di Giuseppe De Marzo da Il Manifesto