giovedì 16 agosto 2012

Sementi Antiche: Contributo sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea


Kokopelli e la biodiversità anarchica (e lucrativa)

Da giorni in rete si sproloquia su una recente sentenza della corte di giustizia europea, chiamata a volte direttiva, che istituirebbe l'illegalità delle sementi antiche. Il bello della rete è proprio questo, il parlare/scrivere che viene dalla spontaneità. In questo caso ho aspettato anche io una reazione da parte della Rete Semi Rurali che ha una delega non scritta a occuparsi di problematiche legali, soprattutto se di natura sovrannazionale. Tardando ad arrivare ho deciso di muovermi, come presidente di Civiltà Contadina, una delle associazioni di seed savers italiane, in base a un post sul gruppo FB di Civiltà Contadina. Leggete ora con attenzione:

Dall’esame della questione sollevata non è emerso alcun elemento idoneo ad inficiare la validità della direttiva 2002/55/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa alla commercializzazione delle sementi di ortaggi, e della direttiva 2009/145/CE della Commissione, del 26 novembre 2009, che prevede talune deroghe per l’ammissione di ecotipi e varietà vegetali tradizionalmente coltivati in particolari località e regioni e minacciati dall’erosione genetica, nonché di varietà vegetali prive di valore intrinseco per la produzione vegetale a fini commerciali ma sviluppate per la coltivazione in condizioni particolari e per la commercializzazione di sementi di tali ecotipi e varietà.

Questa è la sentenza, tolte tutte le considerazioni delle parti e dei giudici. Qui si dice incontrovertibilmente che la normativa europea è e resta valida. E questa è una buona notizia. Kokopelli aveva richiesto invece di eliminarla perché ledeva il suo diritto di impresa, che già questo è tutto un dire, ma come diritto di impresa per una associazione non lucrativa? La normativa in effetti contiene ampie possibilità per la diffusione di varietà da conservazione, senza questa normativa sarebbe il caos che è peggio. Anche per le viti e per i bulloni ci sono regole, quelle dele norme ISO che sono internazionali. Se qualcuno propone viti e bulloni fuori standard il mercato gliele rifiuta, non c'è bisogno di leggi europee.

Vediamo invece perché la corte europea è stata coinvolta. Si tratta in effetti di un litigio da pollaio. Baumaux, ditta sementiera, denuncia Kokopelli, associazione senza scopo di lucro, per concorrenza sleale. Entrambe vendono sementi antiche, ma Baumaux segue con scrupolo le regole imposte alle ditte sementiere, invece Kokopelli ritiene non doversi sottomettere a nessuna regola perché è associazione, ma vende sementi che non hanno nessuna registrazione e autorizzazione in Europa e fattura a livello di ditta sementiera. Che fare? Prendere parte per l'una o per l'altra? Kokopelli buona e Baumaux cattiva? I giudici francesi sono portati dalle leggi in vigore a dare ragione a Baumaux. Kokopelli invece ricorre dicendo che le leggi europee ledono il suo diritto di impresa. La Corte di Giustizia dice invece che le antiche varietà possono essere commercializzate, ma bisogna iscriverle secondo le leggi. In Italia ad esempio sono iscrizioni gratuite. Che cosa vietava a Kokopelli di iscrivere le varietà che vendeva rientrando così nell'alveo della legalità? Anche un'associazione lo può fare, Arche Noah in Austria lo ha fatto per decine di varietà e ora le vende tramite una ditta sementiera. Quello che non capisco è perché Kokopelli che impresa non è, ma associazione senza scopo di lucro, fa impresa e vende grandi quantità di sementi. In effetti le leggi in vigore regolano il mercato, ma se regalo sementi non iscritte non entro in contrasto con le leggi.

Entrando nel dettaglio:


  • in alcuni articoli che ho letto viene scritto che ora in base a questa sentenza gli agricoltori non possono più seminare i semi antichi: FALSO!  Gli agricoltori possono continuare a fare come prima, la legge non cambia, anzi in base a questa legge potranno vendere sementi di varietà regionali iscritte al registro regionale o nazionale.

  • ho letto che la registrazione richiede costi di 1.000.000 € e fino a 12 anni di tempo: FALSO! La registrazione di una varietà commerciale richiede 2 anni di prove in campo e circa 3-4.000 €, ma se si tratta di sementi antiche, quelle su cui contendevano Baumaux e Kokopelli, il costo è 0 € e pochi mesi di attesa.

  • c'è chi scrive che gli agricoltori non possono più scambiarsi le sementi: FALSO! Tutto resta come prima, la sentenza ribadisce la validità dei regolamenti della C.E. Gli agricoltori hanno pieno diritto a riseminare con sementi tratte dal proprio raccolto. Quindi possono anche seminare con sementi non acquistate dal mercato.

  • Si dice che le associazione di seed savers diventano fuorilegge: FALSO! Se i semi si regalano fra privati e non si vendono non si entra nel campo di applicazione della legge.

  • Anche un agricoltore o un'associazione può iscrivere una varietà ai registri come varietà da conservazione, se antica, o varietà da uso amatoriale, il costo è 0€. Quello che serve è saper presentare la documentazione richiesta, cioè descrizioni botaniche e bibliografia storica se si tratta di varietà contadina.

fonte www.cadelsanto.org

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